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Mar 20 2021

Tira fuori il tuo Sisu e nessuno ti potrà fermare

Sisu è un termine della lingua finlandese che indica la forza interiore di questo popolo di andare oltre i propri limiti, la perseveranza di fronte all’avversità di quella che nel Rapporto annuale sulla felicità è risultata per ben due anni di seguito  la nazione più felice al mondo.

Sisu è il “turbo” che mettiamo quando pensiamo di non avere più la forza per andare avanti. Viene dalla parola finlandese per intestino, viscere o interno, qualcosa quindi d’istintivo, che viene dal profondo e il termine è usato anche con il significato di “avere fegato”. Questo intimo legame tra emozioni profonde e intestino è stato confermato anche dalla scienza che definisce l’intestino come il secondo cervello dell’uomo. Anche l’anatomia è cultura.

Sisu ha anche una parte importante nella storia della Finlandia: è lo spirito che ha guidato i finlandesi dopo l’indipendenza dalla Russia nel 1917 e ha caratterizzato la nazione nel suo nuovo percorso indipendente, sostenendo la resistenza contro l’invasione sovietica nel 1940 come spiega la BBC in quest’articolo. Sisu è usato anche in senso meteorologico: i finlandesi resistono al freddo e ad un meteo estremo. Non a caso è stato dato il nome Sisu ad una montagna nell’Antartide.

Sisu ha catturato l’immaginazione delle persone in tutto il mondo e sono disponibili molti libri che parlano di questo concetto. Jesse Karjalainen nel suo libro “Sisu: Resilience Belonging Purpose – The Secrets of Finland’s can-do” descrive il Sisu come il coraggio di buttarsi in qualcosa di nuovo, mindfulness e mindset insieme – due parole chiave che sono sempre più ricercate per affrontare con consapevolezza la vita e il nostro futuro. Joanna Nylund invece ci ricorda che tutti abbiamo dentro di noi il Sisu nel suo libro “Sisu: The Finnish Art of Courage”.

L’invito quindi è quello di prendiamo in prestito questo concetto dai finlandesi e di trovare la vostra forza interiore, il vostro Sisu, per affrontare qualunque sfida incontriate nel vostro percorso. Il Sisu vi metterà sulla buona strada per raggiungere i vostri obiettivi con grinta, determinazione e perseveranza.

Globalizzazione significa anche questo: entrare a contatto con altre culture, anche lontane dalla nostra, attraverso la lingua e (e le traduzioni) per assimilare altri punti di vista e ampliare la nostra prospettiva. Il confronto con altri sistemi di pensiero ci permette di migliorare la nostra vita, arricchendoci non solo di nuove strategie o mindset ma anche di parole e concetti per capire e raccontare meglio la nostra storia personale.

In questo TEDxTurku talk Emilia Lahti ci racconta cosa significa sisu, come è diventato la sua filosofia di vita e come ognuno di noi ha accesso a questa forza interiore per affrontare le avversità e portarla nella nostra vita e nelle relazioni con le altre persone al di là di qualsiasi barriera culturale e geografica.

 

Mar 09 2021

Quante sono le cose preziose della vita? Misurale in gurfa

Gurfa è una parola della lingua araba che ha diversi significati e indica “un pugno d’acqua”, “una manciata d’acqua”, “un sorso” oppure “la quantità d’acqua che si può prendere e tenere sul palmo di una mano”.

Quest’ultima è una splendida metafora che mi porta a riflettere sulle cose importanti della vita, le cose essenziali di cui non possiamo fare a meno ma che sono difficili da individuare, confuse in mezzo al chiasso della vita e che hanno bisogno di costante cura e attenzione per non farle scivolare via. Quest’anno, nei mesi di pausa forzata, abbiamo avuto modo di fare una pausa dai nostri ritmi quotidiani frenetici e scanditi da appuntamenti e orari. Per alcuni può essere sembrata una enorme sensazione di vuoto da colmare, per altri è stata occasione di riflettere su quali sono le cose importanti nella vita e di come possiamo fare a meno di molti oggetti e cose materiali ma non di quanto nutre il nostro essere umani: l’affetto dei nostri cari, i libri, il cinema, il teatro, le mostre d’arte che nutrono la nostra anima e il nostro benessere.

Cos’è per noi essenziale? Quanta fatica siamo disposti a fare per cercarlo e conservarlo?

Mi piace condividere questa poesia di David Holper, poeta e scrittore statunitense, che riflette su questo concetto

Gurfa

Imagine, like so many who live
invisible lives, you had to carry your water

each day.  Five gallons in a jerry can for five miles.
It’s a simple formula: shoulder the burden

or die of thirst.  In this way, you might
learn the meaning of what bearing
a handful of water
truly means.

Questa poesia fa parte della raccolta Language Lessons: A Linguistic Hejira, una collezione di 109 componimenti ognuno basato su una parola intraducibile di una lingua straniera e che comprende la definizione del termine e una interpretazione della parola in forma di poesia. Inoltre, le poesie rappresentano i 109 grani del japa mala, la ghirlanda usata nella religione buddista e indù per recitare mantra nel cammino di elevazione spirituale per liberare la mente e ritrovare concentrazione e benessere. Allo stesso modo la raccolta di Holper vuole essere un viaggio di esplorazione delle lingue attraverso le poesie.

Il libro non è ancora stato pubblicato. Io sono curiosa e voi?

 

Gen 25 2021

Un caffè non basta? Prenditi un tretår

Fatica a ingranare in questo gennaio un po’ sonnacchioso? C’è bisogno di un tretår per ripartire con slancio rinfrancando il corpo, con l’energia del caffè, e lo spirito, facendo quattro chiacchere con gli amici.

Tretår è un termine svedese che significa riempire una tazza di caffè per la terza volta.

Ci siamo imbattuti in questa parola mentre cercavamo termini che esprimono concetti in una lingua non direttamente traducibili in italiano. Questa parola ci è subito piaciuta e ci ha sorpreso; ci siamo divertiti pensando al nostro caffè italiano e agli effetti che potrebbe avere sul corpo e sulla mente berne tre tazze di fila. Approfondendo il concetto abbiamo scoperto che questo semplice gesto di riempire la tazza più volte nasconde una filosofia di vita alla base della cultura svedese.

Nella cultura italiana, in cui il caffè è forte e intenso, riempire più volte la tazzina di caffè può sembrare un’abitudine strana, ma nei paesi nordici il caffè si prepara più lungo e si beve più lentamente. Gli svedesi come gli italiani sono amanti del caffè, citati regolarmente tra i più grandi consumatori europei insieme ad altri paesi nordici quale la Finlandia e la Norvegia.

Mentre per noi italiani la pausa caffè è un rito veloce al bar per scambiare due chiacchiere, in cui il caffè è spesso consumato in piedi, ingurgitato ancora bollente e spesso tutto d’un fiato davanti a un bancone superaffollato e chiassoso, in Svezia la pausa caffè è un concetto, uno stato mentale, un evento sociale vero e proprio, una parte importante della cultura svedese che prende il nome di fika.

Molti svedesi considerano essenziale prendere il tempo per fare fika ogni giorno: significa avere tempo per amici e colleghi, condividendo una tazza di caffè e qualcosa di dolce in genere preparato in casa. Per tutti gli svedesi è importante fermarsi, prendersi una pausa e socializzare: rinfresca il cervello e rafforza le relazioni.

Nessuno fa pausa caffè da solo alla propria scrivania, anche gli impianti della Volvo si fermano per fare fika. È un rituale sociale che fa bene anche al business: i rapporti tra i team migliorano, le persone sono più produttive e la qualità della vita ha un livello molto alto.

Non cambieremo le nostre abitudini su come prendere il caffè, ma potremmo fare nostro il concetto e prenderci un tretår per passare più tempo con i nostri colleghi per un triplice beneficio a livello personale, sociale e aziendale.

Inconsapevolmente, abbiamo scoperto che anche noi in ufficio facciamo fika quando a metà mattina ci riuniamo intorno al nostro tavolo bar, con caffè, cappuccino, tè, biscotti e molto spesso anche brioche e pasticcini. È il momento in cui condividiamo le nostre scoperte interessanti, progressi o difficoltà nei progetti. C’è sempre qualcuno con un suggerimento, un consiglio o una battuta pronta per fornire aiuto o alleggerire gli animi, e spesso la conversazione stimola la fantasia e la creatività e fioriscono le idee.

Adesso che lavoriamo tutti da remoto ci ritroviamo intorno a Teams, condividiamo gli schermi e facciamo brainstorming su lavagne virtuali, ma ci manca il nostro tavolo bar e speriamo di tornare presto a fare fika e a prenderci un tretår insieme.

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